È lo strumento che non deve mancare in nessun laboratorio aziendale.
Una delle principali proprietà dei materiali che sono lavorati in azienda è rappresentata dalle caratteristiche meccaniche. I metalli per loro natura sono dei materiali elasto-plastici: possiedono sia caratteristiche elastiche sia caratteristiche plastiche.
Il campione da testare è semplicemente uno spezzone di prodotto (piattina, filo o trolley) della lunghezza di circa 30-35cm. Questo viene vincolato nelle estremità da due morse e viene posizionato anche l’estensimetro.
Durante questa prova meccanica, il campione viene assoggettato ad una forza monoassiale crescente che innesca un processo di deformazione che si sviluppa in diverse fasi.
Nel grafico si evidenziano le fasi della prova meccanica
- La fase 1 è caratterizzata da un comportamento lineare della deformazione elastica che segue le regole fisiche della legge di Hooke: se la forza applicata tornasse a zero, il campione ritornerebbe allo stato iniziale.
- Questo comportamento si verifica fino a circa lo 0,2% di allungamento quando si manifesta lo snervamento del campione (fase 2), si creano delle “microcricche” sul campione.
- Successivamente si verifica il comportamento plastico (fase 3), ossia quello della deformazione irrecuperabile.
- La deformazione plastica continua fino al fenomeno della strizione (fase 4 o plastico localizzato) che si manifesta con la riduzione della sezione trasversale del campione.
- Il test termina con la rottura del campione (fase 5).
La macchina a trazione presente in laboratorio (Galdabini o Lloyd) evidenzia il comportamento del campione con un grafico, ma il software è in grado di restituirci anche i principali valori del test: Rp02 e Carico e allungamento a rottura.
